La BCE ieri ha iniziato la normalizzazione della politica monetaria e ha varato il cosiddetto scudo anti spread, TPI.
In cosa consiste lo scudo anti spread?
Consiste nel tagliare le punte dei rendimenti dei titoli di stato quando gli spread si allargano in maniera ingiustificata rispetto ai fondamentali, tale da mettere a rischio la trasmissione della politica monetaria in tutta l’area euro.
Cosa significa?
Quando i flussi di capitali escono, ad esempio, dall’Italia e entrano in Germania, non potendo variare, per ovvie ragioni, il tasso di cambio, abbassano troppo il tasso di interesse tedesco in un momento in cui l’inflazione tedesca molto alta richiede una stretta monetaria e il contrario avviene in Italia. Ovverosia le condizioni creditizie se ne vanno per i fatti loro, non rispondendo omogeneamente agli impulsi sui tassi di policy.
Questo strumento di cui la BCE si è dotata non è automatico, continuo, giornaliero. Verrà utilizzato solo quando e dove necessario.
Il mercato, un punto cruciale, non conoscerà ex ante il livello massimo dello spread consentito.
Quanto alle condizionalita’ quattro sono i criteri: il rispetto dei requisiti di bilancio pubblico indicati dalla UE, l’assenza di gravi squilibri macroeconomici, sostenibilità del debito, rispetto degli impegni presi col piano di ripresa e resilienza .
Che tipo di compromesso ha raggiunto la BCE ieri?
La BCE doveva fare un annuncio credibile, condizione cruciale per una politica monetaria efficace soprattutto in un momento di incertezza, e per essere credibili è meglio essere unanimi.
L’unanimita’ è stata raggiunta con un rialzo dei tassi maggiore di quello previsto e con uno scudo anti spread accomodante.
Lo scudo anti spread è diverso dalle OMT, famose perché, associate al Whatever in takes di Draghi, non è stato mai necessario utilizzare.
Il nuovo strumento è diverso per tre ragioni: dovrebbe essere utilizzato in situazioni temporaneamente eccezionali, a favore di Stati non in squilibrio, secondo criteri definiti dalle istituzioni europee, concretamente messe in atto sulla base di un giudizio discrezionale della BCE. La discrezionalità, posticipando la discussione al momento in cui si presentasse il caso di utilizzare o meno lo scudo, ha aiutato ad ottenere l’umanità.
Più in generale, è proprio la discrezionalità l’altro elemento su cui si sono concentrati ieri i banchieri centrali: vengono eliminati gli annunci vincolanti, sui tassi come sulle operazioni in titoli sui mercati.
È ormai abbastanza assodato, in punta di teoria e per esperienza, che credibilità, trasparenza e annunci vincolanti( indipendenza )sono i tre ingredienti fondamentali perché la politica monetaria sia efficace. Il whatever in takes li aveva tutti e tre ed è passato alla storia, lo scudo di ieri, ha sacrificato la trasparenza per ottenere la credibilità ( unanimità). Bisognerà aspettare per vedere se è efficace.
Prof. Alberto Graziani
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